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      Si sarchiano (zappulianu) i frumenti e gli orzi che hanno già messo quattro e più foglie. Si zapponano le fave cresciute un mezzo palmo, e le lenti.
      Si arano per la prima volta le risaje.
      È in questo mese che da molti si pianta la vite.
      Si potano le pergole.
      Si pianta il sommacco, situando le barbatelle a distanza di un palmo e mezzo, di due palmi fra loro, e si zappa; per venire poi la pianta più vigorosa e fronzuta, si dovrà aver cura nel piantarlo che del fusto non ne sia sopra terra più di mezzo palmo, e quindi si taglia quello che si troverà più alto. Si fa la prima zappatura all’adulto.
      Si tagliano i canneti ed i salceti, e si preparano li pali per le viti.
      Si continua in questo mese a togliere il seccume degli ulivi; ogni quattro o cinque anni si potano quelli che domandano l’ajuto del ferro.
      L’ortolano fa i semenzai dei ravanelli, delle lattughe, delle cicorie e delle endivie; semina le petronciane (milinciani), i pomi d’oro, i peperoni, i sedani (acci); e pianta gli agli, i porri, le cipolle, i piselli e le fave. Mozza per la seconda volta i sparacelli.
      Il giardiniere fa il semenzajo dei sorbi, peschi, noci, mandorli, prugni, peri, meli; innesta a marza (a brocca) gli alberi che fan gomma, come peschi, ciriegi. ecc. e ripulisce quelli che sono attaccati dal musco o da altre piante parassite.
      Il boscaiuolo taglia ogni sorta di legname da taglio; fa il semenzajo delli castagni, e trasporta nelle buche preparate le piccole piante di castagno, già nate di seme, riserbandosi d’innestarle a zufolo (ad aneddu) nel quinto anno.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189