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      In questo mese si fa la prima seminagione così del riso acquatico che di quello a secco, rigando quest’ultimo ad uso di ortaggi.
      Si semina il miglio.
      In alcuni luoghi si semina la cicoria in grande, ad uso di pascolo degli animali, e specialmente dei cavalli da stalla.
      Si zappa per la seconda volta la vigna adulta.
      Qualcuno pianta il nuovo vigneto.
      Verso gli ultimi di questo mese si zappa il sommacco che si piantò in gennaio.
      Si innestano gli ulivi ad occhio (a pezza) ed a zufolo.
      Si piantano le patate a buche, dividendo il tubero, ossia bulbo, in più pezzetti, ma si avverta che in ognuno di essi resti almeno una gemma.
      Si piantano i fagiuoli, grano d’India, lenti, piselli tardivi, fave, zucche, cetriuoli, melloni e cocomeri.
      Si comincia a trasportare a dimora dal semenzaio le pianterelle del tabacco, mettendole in fosse concimate; si trapiantano pure quelle dei pomi d’oro, dei peperoni e delle petronciane.
      Si trapiantano i rami (figghiulini) dei garofani messi in terra in ottobre, e si piantano altri nuovi rami dei medesimi. Si piantano i rami della vaniglia. Si innestano le rose, i gelsomini catalogni (gesuminu napulitanu) i mugherini (gesuminu di arabia), ed i gelsomini gialli odorosi. Si tosano l’erbe odorifere che ornano i viali. Si seminano i fiori di state e di autunno.
      Dalla metà di questo mese in poi si comincia nelle nostre fattorie a dare lo stallone alle giumente, le quali, ove generino consecutivamente molti muli, van soggette a dar dei parti, che dopo due tre giorni muoiono orinando sangue (jumenti cammarati).


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189

   





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