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      Si preparano le tregge (straguli), le falci, e tutti gli strumenti da servire alla messe ed al raccolto. La sollecitudine nelle due grandi operazioni agrarie, la semina ed il raccolto, determinano la ricchezza dell’agricoltore.
     
      GIUGNONei principio di questo mese si cominciano a preparare le aje per la trebiatura (pisari). A ragione di solidità soglionsi spesso scegliere le strade di passaggio (trazzeri) ad uso di aja.
      Presso di noi il grano si falcia. Ma accade qualche volta che il grano marzuolo dia così basse le spighe, che invece di falciarle, siasi costretto di svellerle.
      Tagliate le spighe dal mietitore, egli ne forma dei manipoli, che lascia nel luogo stesso in cui si ritrova, ed un raccoglitore, che suole andare dietro a sei, sette, o otto mietitori, va raccogliendo con una specie di grande uncino di legno, più o meno di questi manipoli, secondo la grandezza, e ne forma dei covoni.
      Si semina il sesamo (giuggiulena) in terra esposta al sole, anche ove si fosse mietuto di già il fieno o l’orzo. Essendo la sua coltura simile a quella della endivia, si adacqua tosto che è spuntato, e poi di mano in mano come fosse d’uopo. Le piante debbono esser distanti l’una dall’altra un palmo in circa.
      Si dà la seconda intraversatura al colza.
      Si svellono e si battono i legumi maturi.
      Si pulisce dalle mal’erbe per la prima volta ogni sorta di riso.
      Si svelle la canape e il lino.
      Si raccolgono e si legano i nuovi tralci nelle vigne.
      L’ortolano raccoglie i semi delle rape e delle altre piante da orto; sarchia i ceci, i fagiuoli ed il formentone, e spunta colle dita i tralci delle zucche e de’ melloni.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189