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      Se il giardiniere non vuol vedere dannificati dal vento gl’innesti, che egli ha fatto nei precedenti mesi, attacchi ai medesimi dei pali.
      Si comincia ad incidere il frassino per estrarne la manna, e si continua finchè dura la sua stagione.
      L’ortolano mette in terra le pastinache, gli spinaci, i broccoli, i finocchi e le cipolle; spunta i melloni ed irriga le piante del tabacco secondo il bisogno.
      Si piantano dal fiorista i rami delle piante crasse; si continua la raccolta dei semi.
      Si ha cura dei polledri di fresco nati, tenendoli all’ombra nell’ora del meriggio, perchè molti ne periscono pei moscherini.
      I boari diligenti non lasciano mai coricare i buoi nelle ore calde; dappoichè il calore della terra gli inaridisce in modo da non potersi più riavere.
      Si raccoglie il miele e la cera dagli alveari, che da noi dicesi tagliare le api.
     
      AGOSTO
      È questo mese quasi interamente destinato ai preparativi del nuovo anno colonico, e si pratica quanto occorre onde prevenire le inondazioni invernali.
      Si segue la trebbiatura del grano.
      Il giorno 15 la legge permette di cominciare a dar fuoco alle stoppie.
      La legge stessa è previdentissima nel prevenire i mali che potrebbero cagionarsi ai fondi vicini, ordinando, fra l’altro, di fare i limiti del fuoco (stagghia focu), zappando e bruciando una striscia di terra intorno al campo che vuol bruciarsi, ma è poco conosciuta e meno eseguita dai nostri agricoltori, e spesso si veggono le più belle paschiere incendiate per tale incuria.
      Si miete e si raccoglie alla fine del mese il grano marzuolo.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189