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      Si taglia il riscolo (spinedda), e si brucia per trarne la soda; e durante l’abbruciamento si rivoltano e si agitano le ceneri per ottenerle di buona qualità.
      Si pulisce dall’erbe per la seconda o terza volta il riso acquatico, e si svellono nella fine di questo mese le spighe dell’altro coltivato a secco.
      Si sfronda il sommacco piantato in gennaio, che fra noi dicesi sfilare.
      Si raccolgono le patate subito che seccheranno le foglie di questa pianta.
      Si comincia la raccolta della robbia (ruggia o ruggia fimminedda) badando che non sia la capillare rifiutata nel commercio.
      Si fa anche il raccolto del cotone, tosto che si conoscerà che naturalmente si spaccano le coccole in modo che sguscia fuori, raccogliendolo gradatamente a misura della maturità.
      Il vignaiuolo zappa la vigna per pulirla dall’erbe nate dopo le precedenti zappature e dalla gramigna che per le sue profonde e molteplici radici reca non poco nocumento alle viti; ad estirparla il diligente agricoltore procura che la sua vigna fosse profondamente zappata, acciò, oltre il vantaggio recato alla vigna, le svelte radici possano raccogliersi e somministrarsi per cibo agli animali e principalmente ai cavalli.
      Si colgono le foglie già mature del tabacco e si pongono a fermentare.
      Si semina il colza.
      Si battono i ceci piantati in aprile o in maggio.
      Si piantano i broccoli, cavoli cappucci, ecc.
      Il giardiniere coglie pere, mele, prugne, fichi ecc.
      Si seccano i fichi ottati.
      Si piantano i tuberi o i bulbi di quel fiori, dei quali si vuole anticipata la fioritura.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189