Pagina (20/189)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il vignaiuolo comincia a tagliare i lunghi tralci alle viti, zappa profondamente il suo vigneto e scalza ogni vite. Benchè non sembri lodevole questa pratica, poichè trattasi di scoprire e di esporre ai geli ed al freddo le radici di una pianta nemica del gelo e che non vegeta nei climi freddi, pure i nostri agricoltori la reputano utile per esperienza.
      Si trapianta il colza.
      Si continua il raccolto delle ulive e l’estrazione dell’olio.
      Si cominciano in questo mese a raccogliere le radici della regolizia.
      L’ortolano semina i sedani.
      Si diradano i cardoni, si rincalzano e s’ingrassano.
      Il fiorista rinnova la terra alle peonie, pianta le viole, le primavere (conterba siciliana), le campanule, le matricarie, l’uva spina, i ribes, e simili.
      Si trapiantano in altro luogo le piante perenni ottenute dai semi.
      Si mettono al coperto le piante delle regioni calde.
      Si scannano gli agnelli che non debbono allevarsi, e sulla fine del mese si spoppano quelli che si intende conservare nella mandra (azzaccanari). Sempre hanno cattive pecore coloro che, per l’avidità del latte, spoppano le agnelle prima di aver compito due mesi. Le madri delle une e degli altri si mettono al letto. Si castrano in questo mese gli agnelli che si vuole ingrassare pel mercato, e tale operazione bisogna eseguirsi a 15 giorni della loro nascita, e con la estrazione della borsa e recisione dei testicoli.
      Si trasportano le vacche alle marine, per pascolare sotto un clima più dolce, ed ivi cominciano a mungersi.
      Si rivedono le arnie e si riparano, onde custodire le api dal rigore della imminente stagione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189