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      Si guarderà pure d’inaffiare le piante assetate nelle giornate di gran freddo.
      Ove si voglia il vantaggio di fiori primaticci, si farà uso delle stufe.
      Cominciano in questo mese a figliare le pecore nate l’anno precedente (agniddazzi) ingravidate da settembre in poi, e si scannano gli agnelli che ne nascono (pistulari); ma non converrebbe destinare tali pecore alla generazione prima dell’età di due anni perchè senza di ciò d’ordinario tralignano.
      Si prosiegue a far passare le vacche dalle montagne alle marine; è questo il mezzo sicuro di preservarle dai danni che d’ordinario loro arreca la rigidezza dell’inverno.
      Si somministra il nutrimento alle api. Esso consiste di miele bollito nel buon vino che si mette in piattelli, i quali si cuoprono di un pezzetto di carta doppia bucherata, in guisa che le api possono succhiare senza invischiarsi. Questo si mette entro le arnie che si chiudono e più non si toccano, evitando di disturbarle per tutto l’inverno; poichè sarebbe pericoloso il distoglierle da quell’assopimento che il freddo induce in questo utilissimo insetto.
     
      II.
      PRECETTI E REGOLE SULLE VIGNE E VINI, TRATTI DALLA ENOLOGIA DEL CONTE DANDOLO
      1. Il miglior clima per la vite è quello in cui essa produce frutto abbondante, maturo e ricco di sostanza zuccherosa.
      2. Il miglior suolo è il vulcanizzato, quello dei colli, il leggiero, ciottoloso, magro.
      3. Il suolo ricco e concimato, propizio ai cereali, dà spesso uve abbondanti, ma meno squisite di quelle dei fondi erti, magri e leggieri.
      4. Il peggior suolo per ottener uve buone è l’argilloso, umido e freddo.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189