Si ricorda ella, o Signore, che noi tempo fa avemmo a soffrire per più anni di seguito la ruggine. Balsamo scrisse allora su questo soggetto. Prima di scrivere egli consultò la maggior parte degli agricoltori dell’Isola, i quali rapportarono ciò che aveano osservato, onde i loro rapporti meritano certamente maggior peso delle osservazioni fatte col microscopio.
La ruggine non si vede mai limitata ad un solo campo, ad un sol podere, ad un sol territorio, essa attacca sempre delle intiere provincie; dunque è essa prodotta da una causa generale. Essa si è vista apparire contemporaneamente nei punti più distanti dell’isola; dunque non si propaga per contagio. Essa finalmente in certi anni apparisce universalmente, e negli anni appresso non se ne scorge vestigio alcuno; dunque è prodotta da una causa accidentale. Questa Balsamo vuole che sia l’eccesso d’umidità cagionato da piogge soprabbondanti in primavera. Trovandosi in quella stagione la fibra legnosa della pianta ancora tenera, i vasellini non potendo capire quella copia eccedente di umore, si rompono, e si forma uno stravaso. Allora quel fluido, che avrebbe formato il succo nutritivo della pianta, si converte in una materia acre, caustica e corrosiva.
E qui si degni Ella sovvenirsi che lo stesso Davy ha dimostrato che la corteccia delle piante è formata in gran parte di terra silicea, che questa sostanza forma quasi interamente la corteccia del fusto del grano, della vena, della canna, e di tutte le piante a fusto vuoto. Sa Ella bene che la terra silicea, ond’è formata la pietra focaja, si distingue dalle altre terre collo strofinarla nel vetro, in cui lascia le impressioni.
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Isola Balsamo Davy
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