Nè manca chi la riponga nel taglio degli alberi più generale e più spesso. Le quali opinioni e proposte, tutto che non generalmente da riceversi e da adottarsi, provano quanto la coltura più spessa ed attenta che di ordinario non si suole, può minorare la forza dei mali delle piante, quella forse accrescendo del principio vitale che li combatte.
Ma la sola coltura non basterà per mio avviso ad estirpare ogni semenza di questa malattia, se delle precauzioni non si prendono e non si adoprano dei mezzi a quello scopo più da vicino diretti. Fra i quali mezzi e le quali precauzioni non sono a mio credere da trascurare le seguenti:
1. Si attenda continuamente dall’agricoltore a ripulire i suoi ulivi dai ramuscelli attaccati dalla chiasima, e li trasporti quanto più lungi egli potrà, o li bruci sul campo stesso, ad oggetto di prevenire la comunicazione del male per contatto dell’insetto o trasvolamento degli uovi da un albero all’altro.
2. Lo stesso egli faccia di quei rami nei quali per avventura incontri gli uovi degli insetti.
3. Ad opporre un ostacolo e prevenire l’azione dello scirocco, trascuri il taglio di quel lato dell’oliveto a quel vento micidiale sottoposto, acciò il rimanente del podere ne senta meno l’influsso.
4. Finalmente si scelgano i soggetti da innestare, e gli innesti da contrade non tocche.
Unendo a cotali precauzioni la diligente cultura, le irrigazioni, i lavori, le appropriate concimazioni, e gli industriosi tagli, di cui sopra si è detto, chi non vede la quasi certezza di liberar presto e dell’intutto un campo di ulivi dal male di cui si tratta?
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