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      Propone poi di far schiudere le uova dei filugelli mettendole al sole per poche ore al giorno involte in un pannolino. Dà de’ precetti per non far mancar loro nutrimento dopo nati. Vuole che si piantino de’ pioppeti lungi le fiumare ed in parti umide, e nella tenera età eseguirne l’innesto a gelso bianco. Se accade, che i filugelli siano schiusi nel momento che i gelsi sono nel nudo loro sonno, e per falta di fronde muojono i nati bigatti, propone di nutrirli con pampini di fico e di rovo e con foglie di cavolo, e conchiude invitandoci a consultare intorno a ciò le opere del celebre Padre Nicola Columella Onorati, come fa ad ogni passo.
      Se l’autore in vece di queste si fosse data la pena di percorrere le opere del Conte Dandolo, non avrebbe ciecamente adottati quei precetti jurando in verba magistri. Conoscerebbe allora, che i filugelli si devono schiudere in uno stanzino fornito di una stufa, e di un termometro: che l’unica nutrizione che al baco di seta conviene e serve, checchè abbiano detto su ciò di tempo in tempo taluni, è la foglia del gelso; che la foglia del gelso piantato in luoghi eminenti, ventilati, ed asciutti dà miglior seta di quello piantato in esposizioni umide, di pianura, e in fondi grassi(11).
      In giugno ci dà dei precetti sul modo di far l’aja, e vuole tra le altre cose che sia lontana dagli orti, dalle vigne, e dai giardini, acciò le sue mondiglie non rechino danno all’aspirazione, e respirazione de’ vegetabili.
      In luglio vorrebbe che si fosse proposto d’incidere oltre al frassino, lo stinco, ed il giunepro.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189

   





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