E guai se vi entrasse l’ossigeno.
In novembre dice, che gli usi di questo mese per la Sicilia sembrano analoghi quasi alle teorie agrarie, onde donano poca materia agli scribenti modificatori. Pare dunque che questa partita debba passare di accordo. Ma immediatamente soggiunge: Pratica barbara chiama il Giornale l’uso di fare le conche nel pedale delle viti..... Le poche riflessioni dell’autore le fanno condannare un geopico sistema che ha tutta la ragionevolezza in questo ramo di fisolofia naturale..... Le conche, appo lui, devon farsi per quattro ragioni: 1. Per sbarbicare le tenere barbette superficiali (ch’è appunto ciò che non deve farsi, perchè la natura le ha destinate ad assorbire le rugiade, le piogge leggiere, e tutte quelle sostanze che l’atmosfera depone sulla superficie della terra, e che non possono penetrare sino alle profonde radici) ed obbligare la base della vite ad una maggiore profondità. Ciò che ripugna alla fisiologia di tutti gli esseri organizzati. Non allungar le gambe a colui cui si tagliano le braccia. 2. Per trattenere una quantità d’acqua, e satollare la pianta. La vigna ama piuttosto l’aridità, che l’eccesso dell’umido, ed altronde se la vigna è zappata bene, la stessa copia d’acqua sarebbe assorbita dal suolo senza restare a marcire attorno al pedale. 3. Per mettere porzione del pedale al contatto della luce e del calorico, pria d’incominciare il rigore dell’inverno. Le radici delle piante son fatte dalla natura per essere al contatto della terra, non della luce, e del calorico, che sicuramente non abbonda da novembre a marzo.
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Sicilia Pratica Giornale
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