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      Quando i nostri caci son prodotti da contrade veramente feraci, e si mette qualche attenzione nella loro manifattura, non che i caci di vacca, ma quelli di pecora sono pregevolissimi, e questi ultimi particolarmente riescono assai delicati quando si preparano al seguente modo. Formato il cacio, e messo nella fascella, si ripone nel siero ancor caldo, e vi si lascia finchè si raffreddi; quindi si tolga, e si metta in una stanza fresca finchè comincia a muffare, allora si metta nella salamoia e vi rimanga tanti giorni quanti rotoli pesa il cacio; dopo uno o due giorni cominci ad ungersi con feccia d’olio; dopo un mese circa è buono a mangiarsi.
      In ogni modo non v’ha luogo a dubitare, che se i nostri lattiferi fossero sempre nutriti con ricchi foraggi, che possono dar solamente i prati artificiali, e si mettesse più diligenza in questo ramo d’economia agraria, non avremmo certo da invidiare i caci esteri, nè a tanti mali della nostra infelice patria si aggiungerebbe quello di fare estraregnare una porzione del nostro numerario per soddisfare la gola de’ nostri Apicii.
     
      XIV.
      PRECETTI PEL BUON GOVERNO DE’ FILUGELLI, TRATTI DALL’ARTE DI GOVERNARE I BACHI DA SETA DEL CONTE DANDOLO.
      Le uova dei bachi da seta devono schiudersi in un piccolo stanzino perfettamente asciutto, munito d’un camino, stufa, di sfiatatoi nella volta per rinnovarne l’aria, di una finestra vestita di vetri, perchè la luce molto contribuisce al ben’essere de’ filugelli, e sopra tutto di un termometro. Ivi si situeranno in cassettine di cartone, o di sottili assicelle di grandezza proporzionale alla quantità della semente.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189

   





Apicii