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      È necessario tenere nella bigattiera un igrometro, e quando esso indica un grado di umidità eccedente si susciti la fiamma come sopra si è detto. Per prevenire il secondo male si tenga nella bigattiera una bottiglia con entro sei once di sale comune quasi polverizzato, e tre once di polvere di manganese ben mescolati, vi si versi di tanto in tanto un biccherino da rosolio pieno d’olio di vetriolo, comincerà allora ad uscire dalla bottiglia un vapore bianco; allora si porti la bottiglia in giro per la bigattiera tenendola alta, e, quando avrà cessato di mandare il vapore si turi. Ciò si replichi due tre volte al giorno. Se accada che per una pioggia straordinaria si bagni la foglia, si guardi il coltivatore di darla in questo stato a’ filugelli, che gli farebbe perire. Per prosciugarla subito si stenda sopra un suolo di mattoni, indi si rimescoli, facendola saltare in aria con de’ tridenti di legno; se dopo questa operazione non è ancora perfettamente asciutta si ponga la foglia attorno ad una stufa, entro la quale si susciti la fiamma, si vada intanto dimenando la foglia finchè divenga perfettamente asciutta. All’ingresso della quinta muta la temperatura interna della bigattiera deve essere mantenuta tra’ gradi 16 e 16 e mezzo. Nel primo giorno della quinta muta si devono dare a’ bachi 60 libbre di ramuscelli, ed altrettanto di foglia mondata, la quale si dividerà in due pasti a distanza di sei ore l’un dall’altro. Mentre che i bachi si trasportano dal vecchio al nuovo letto, e si ripulisce il primo, non si trascuri di fare i suffumigi e rinnovare l’aria.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189