G. L.
XIX.
DELLA COLTIVAZIONE DEL COTONE.
La pianta del cotone apporta così grandi vantaggi economici ed agrarii; lo spaccio della sua lanugine, senza il quale il valore dei prodotti decade, (come già si è provato per i cereali) è così ben assicurato dalle usanze dei tempi e dalla vicinanza de’ paesi di consumo; il nostro clima e così favorevole alla sua produzione, che desso sembra essere uno di quei vegetabili che debba principalmente fissare l’industria dei Siciliani, come ha di recente attirato quella degli agricoltori di Egitto, ove se n’è in poco tempo ingrandita la coltivazione, e la esportazione considerevolmente accresciuta sotto i due aspetti del prodotto lordo e del netto. La coltura di questa pianta è doviziosa ed importante, e singolamente adatta allo stato attuale del nostro paese, nel quale il progressivo e costante ribasso del valore delle granaglie, dopo aver consumato le fortune ed i capitali dei più ricchi agricoltori, comincia a produrre ancora l’abbandono della nostra antica economia campestre. La seminagione infatti de’ cereali, abbastanza minorata nello scorso anno, si è ancor più ristretta nel presente, e tale minorativa si teme che in seguito produrrà cattivissime conseguenze. Frattanto, sia scoraggiamento, sia mancanza di speculazione o di capitali, sia attaccamento alle antiche abitudini, nessuna industria novella si è ancor sostituita da’ Siciliani a quella dei cereali che si abbandona, e dalle terre destinate pria alla coltivazione dei grani, lasciate oggi sode ed incolte, niente altro si ricava che il miserabile prodotto dell’erba spontanea, della quale non si fa altro uso che per ingrassarne animali bovini che si destinano per i mercati.
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