È tagliato esso verticalmente in due parti uguali, che tengonsi insieme unite con l’aiuto di quattro uncini; la cavità interna resta in simil modo divisa in due uguali spazii per mezzo di due sottili tavolette, attaccate sugli orli delle due parti, le quali tavolette lascino però nel basso quattro pollici circa di voto per la comunicazione delle api: le due pareti laterali sono mobili nella larghezza di un palmo e quattro pollici, ferme nel rimanente degli altri quattro pollici; e mobili sono parimenti i due pezzi della parete anteriore, sopra l’uno dei quali è tagliata nella base la porta dell’alveare, alta un pollice, larga due, divisa verticalmente da tre grossi fili di ferro. Tutti i pezzi mobili si trattengono fermi per via di alcuni chiodi, che possono levarsi allorchè si voglia.
Si collochino gli alveari lungo un muro, che li difenda dai venti settentrionali, di modo che godano dell’esposizione da levante a mezzodì, e sian garantiti dall’umido postandoli sopra alcune pietre alte da terra un palmo o più.
Ordinariamente sono i nostri alveari collocati all’aria libera, e son difesi dalla pioggia e dal sole con delle tegole che sopra vi si dispongono, ma riesce molto più utile collocarli sotto una tettoia (pinnata sic.).
Troppo necessaria si è l’acqua, che però fosse ben pura, alla sanità delle api ed al buon successo dei loro lavori; chi non avrà in vicinanza un piccolo ruscelletto, vi collochi una o più tinozze ripiene d’acqua, al fondo delle quali avrà posto un mezzo palmo di terra con sopra alcune piante di nasturzio (crisciuni sic.
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