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      Questa operazione si esegue con molta faciltà, e più speditamente facendo uso del nuovo alveare; imperocchè, tolta una delle pareti laterali, e la parte che vi corrisponde della parete anteriore, si faran le api passare per mezzo del fumo nell’altra metà dell’alveare, o fuori di esso. Restati così sgombri dalle api i favi, che si presenteranno anche di fianco, si passerà a farne la raccolta, ben potendo tra i medesimi scegliere quelli che non trovansi occupati dagli embrioni. Inoltre ritirando in una volta li favi contenuti nell’una metà di questo alveare, e nell’altra quelli della seconda metà, godesi ancora il vantaggio di rinnovarlo generalmente tutto in ogn’anno, vantaggio assai considerevole, se riflettasi che i favi antichi non sono utili al prodotto delle api, nè alla loro propagazione.
      Sul finir del maggio e nel giugno si osserva spesso che una porzione di api sortendo fuori dell’alveare va a cercare una nuova abitazione. Questo distaccamento d’api, che dicesi sciame naturale, va per lo più a posare sopra qualche ramo d’albero, ove resta appeso a guisa d’un globo. Lo sciame si arresta nel suo corso col gettarvi sopra della terra, o per mezzo d’un forte rumore. Per raccoglierlo si aspetterà la sera: allora percotendo il ramo dell’albero si fan le api cadere in un alveare voto, che si farà prima strofinare col miele, o con qualche pianta odorifera. e si lascia nel medesimo sito per un giorno, perchè vi entrino le rimanenti api; poi trasportasi al suo posto.
      Gli sciami naturali però spesso si perdono, per cui è necessario il prevenirli con gli sciami artificiali (partituri sic.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189