Voi dunque, o contadini, se v’inclinerete alle nostre proposte, sceglierete un tratto del terreno migliore da frumento, cioè una terra leggiera, grassa e profonda: la rivolterete colla vanga piuttosto che coll’aratro, concimandola tanto più, quanto essa è più grassa di sua natura, e più smunta dalle fresche raccolte. Indi uguagliatene, quanto si può, la superficie coll’erpice, o col cilindro, ne farete delle aiuole (caseddi) di cinque, o sei palmi, separate da solchi (vattali) di più d’un palmo. Al declinare di agosto spargetevi il seme a poche mani colla possibile uniformità; e se la pioggia non sarà favorevole, spuntati appena i piantoni (chiantimi), innaffiateli, rarefatti e sarchiati all’uopo (zappuliati). Così essi verranno in istato da trapiantarsi; e voi allora fatevi a prepararne la terra.
Questa terra può essere quella che portò del frumento nell’anno stesso. Datele, se potete, una sola rivoltatura colla vanga; e se la sua estensione non lo permette, supplitevi con tre intramezzate rivoltature all’aratro, ma profonde ed incrocicchiate obbliquamente: sia poi coll’aratro, sia colla vanga, badate a ridurla in aiuole convesse, per dare scolo al di più delle acque. Quando avrete ciò fatto, eleggete in sul finir di novembre un giorno coperto ed alquanto piovoso; spiccate i piantoni colla mano e colla zappa, ma rispettandone le radici e le foglie; e trasportateli in panieri sul campo, ove devono essere ripiantati. Eseguitene la ripiantagione piuttosto colla zappa, che col piantatojo; nè vogliate tenervi alla superficie, ma piantate alquanto profondamente.
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