Il suo aspetto è oltremodo bellissimo, e poche piante vi hanno che possano come questa adornare i luoghi in cui si trovino. Ma siccome la sua coltura richiede non poca attenzione, perciò è che spesse volte si perde.
Cura del seme.
La prima cura di cui fa bisogno è quella del seme. Piccolissimo, com’egli è, stassi racchiuso entro a piccole caselle, la cui punta si apre in certo tempo da sè medesima. È questo un segno che il seme è giunto alla sua maturità. Allora bisogna raccoglierlo, poichè lasciandolo in abbandono si corre pericolo di perderlo quasi tutto.
Semina.
Questa piccolezza del seme fa mancargli facilmente la forza vegetativa. Un poco più di calore, di freddo, di umido gli si fa molto sensibile, ed è bastante a rovinare la pianta. Due epoche perciò sarebbero le più adatte alla sua semina, la primavera e l’autunno. Quest’ultimo è sempre da preferirsi, perchè il seme essendo recentemente maturo, viene a 15 giorni, e nell’inverno che succede, i piantoni fattisi alquanto forti resistono alle ingiurie della stagione. Dove al contrario, seminandosi a primavera, il seme già venutosi disseccando è tardo a pullulare e non mette prima del mese. Per lo che, al caldo sopravvegnente della state, seccano facilmente le pianticelle, ed al trapiantarsi vanno a male quasi tutte.
Trapiantagione.
I piantoni nasceranno, per la piccolezza del seme, folti e confusi. Non si devono trapiantare che prima non giungano all’altezza di due a tre pollici. In terra piena, la distanza di mezzo palmo fra l’uno e l’altro è bastante.
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