Tale a un di presso era lo stato dei principî e dei fatti economici, allorchè Paolo Balsamo imprendeva a scrollar dalla cattedra i ceppi commerciali ed agrarî: inculcava migliorarsi le pratiche: istruirsi i coloni. Però non fia mai lodata abbastanza la memoria di un uomo, che appariva promulgatore della scienza fra noi. Se non che i precetti di lui volgendosi a materie agrarie precipuamente, miravano più all’insegnamento di rette pratiche, che a stabilire i principî fondamentali della scienza.
Bene l’opera di Palmeri additava il discepolo di siffatto maestro. Ricercando in essa le cagioni eventuali e le permanenti dell’invilimento del valor delle nostre rendite, trovò le une nell’effimero rialzarsi, che fecero, sotto l’inglese dominio e nel subito decadimento al cessare di quello. Ripartendo in due classi le altre, mostrava come risieda la prima in varî ordinamenti civili, e come l’altra dipenda dalla pigra ignoranza dei nostri coloni; talchè, non potendo a quella opporre rimedî, consigliava a costoro diligenza ed amore nel provvedere ai proprî interessi.
A quest’opera, che promulgava illimitata libertà di commercio; che, screditando il sistema mercantile, il quale usurpasi nel gergo di molti il nome di protettore, mostrava come, coll’aggravare i consumatori e i producitori, reprima anzichè promuova la industria manufattrice; che nell’applicare le teoriche al fatto della Sicilia facea sentire come vada distrutta quella barriera che separava e separa dallo stato la scuola, non mancarono oppositori tra noi.
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Paolo Balsamo Palmeri Sicilia
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