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      Narrasi che Ercole, giunto in quei tempi nello estremo lido d’Italia, coi buoi rubati al re Gerione, non avendo altro argomento di valicare lo stretto, abbrancate le corna d’uno di quei bovi, lo spinse in mare, e ne fu tratto alla opposta riva discorrendo l’isola, giunse sul tenere del moderno Termini; Minerva, che in quei campi stava a diporto, con lieto animo lo accolse, e, per rinfrancarlo, fece scavare alle sue ninfe le sorgenti d’acqua termale, che vi sono tuttora. Cammin facendo lungo il lido, edificò Solunto; recatosi ad Erice, vi fu sfidato a singolar tenzone da quel re, figlio di Venere e Buti, ch’Erice anch’esso avea nome, e avealo dato alla città da lui edificata; posero per premio della pugna, l’uno i buoi, l’altro il regno; Ercole, che fu vincitore, divise agli Ericini le terre; prescrisse loro leggi e riti; e lasciolli in libertà, a patto che ne godessero, finchè alcuno de’ suoi successori non fosse venuto a chiedere la signoria della terra.
      Venuto poi l’eroe a Lilibeo, fabbricò indi presso Mozia; in Ortigia, ove poi fu edificata Siracusa, fece sacrifizî in onore di Cerere e Proserpina, e dispose le feste, che indi in poi doveano ivi farsi in ogni anno in onore delle dee; vinti più capi di barbare masnade, si ridusse nei campi Leontini, ove lasciò in dono a coloro, che lì abitavano, la pelle del suo leone, onde ebbe nome la città ivi edificata; in Agira ebbe onori divini; ed anche ivi introdusse leggi e religione.
      Fra tante fole poetiche e malconnesse tradizioni, adombrati si veggono i primi stati della società nascente.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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