Oltre a questo, altre città vennero in appresso edificando i Sicoli entro terra, a misura che i sopravvegnenti coloni venivano intorno intorno occupando le marittime contrade, onde li cacciavano.
IV. - Palermo, Solunto e Mozia, venuta in appresso in gran nome, voglionsi edificate, o popolate dai Fenici, tratti dal commercio in Sicilia. Discordi sono le opinioni intorno al sito dell’ultima, la quale già da lung’ora più non è: ma è probabile, che sia stata nell’isoletta chiamata del Burrone, poco di lungi da Lilibeo.
I Morgeti, mossi dal basso Lazio, vennero a fondare una città sul tenere del moderno Lentini che chiamarono Morganzio, posta, come taluno pensa, nel sito che conserva nel nome di Murgo un che della primitiva appellazione (6).
Gli Elimi, che alcuni credono di origine trojana, guidati da Elimo ed Ecisto, che Virgilio chiama Aceste, occuparono il contado del moderno Trapani, e si vuole che vi avessero edificato Elima, Entella ed Egesta. La prima (se pure è vero che fu) potè essere sul monte poco discosto dal seno egestano, detto oggi Alimita o Palimita, sulla cui vetta scorgonsi i ruderi d’una demolita città. Giacque Entella sulle sponde del Crimiso, che chiamiamo Belice destro; ed Egesta presso la sommità del monte Barbara tra Alcamo e Calatafimi. Poco di lungi si vede quasi integro uno de’ tempii di quella famosa città.
Altri Frigi del seguito di Enea, stanchi di seguire l’eroe vagabondo, si fermarono in Sicilia, e nella spiaggia settentrionale edificarono Alonzio, sulle cui rovine venne poi a sorgere San-fratello.
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