V. - Fiorivano già da gran tempo tali città, quando l’ateniese Teocle fu spinto da una tempesta sul lido orientale di Sicilia, tra Catania e Messina. Deserto era il paese. I Sicoli, che lo aveano abitato, per cansarsi dalle correrie degli Etruschi e dei Tirreni, s’erano ritratti più entro terra. Invaghito l’ateniese dell’amenità del luogo, tornato in Grecia, raccolse una mano di Calcidesi e Megaresi, e venne a fondare in quel sito la città di Nasso, nel 2o anno della 5a Olimpiade, 759 a. C. (7).
L’anno appresso, molti Corinti ed altri Dorici, capitanati da Archia da Corinto vennero ad occupare la piccola isola Ortigia. Vana fu la resistenza dei Sicoli che vi stanziavano. Parte di essi camparono, parte vi restarono prigionieri dei nuovi coloni, i quali ivi fondarono la famosa Siracusa (An. 3o, Olimp. 5a, 758 a. C.).
Sett’anni dopo la fondazione di Nasso, i Greci, che aveano edificata quella città, vennero a cacciare i Sicoli da Leonzio e Catana; vi si stabilirono; ed indi in poi gran nome e potenza le due città vennero acquistando (An. 1, Olimp. 7, 752 a. C.).
VI. - Quarantacinque anni dopo lo stabilimento dei Greci in Siracusa, alcuni Rodioti e Cretesi, sotto la scorta di Antifemo da Rodi ed Entimo da Creta, vennero ad edificare Gela, sulla sponda orientale di un fiume, che Gela allora dicevasi, ed ora di Terranova (An. 1, Olimp. 17, 712 a. C.).
Siracusa in questo era cresciuta a segno da potere spedir colonie a popolare altri luoghi. Acre fu una di queste edificata nel sito ove ora è Palazzolo, sett’anni dopo Siracusa (An. 688 a. C.). Vent’anni dopo Acre fu poi da’ Siracusani stessi edificata Casmena.
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