Comiso e Scicli disputavano sul vanto di essere sorti sulle rovine di essa (An. 668 a. C.).
Colonia siracusana fu anche Camarina, edificata 135 anni dopo Siracusa (An. 623 a. C.), nella spiaggia meridionale ad oriente di Gela. Un fiume vi mettea foce; e nella foce le acque, che rimpozzavano, faceano un grande stagno che Camerina si diceva, nel cui centro fu la città fabbricata. E perchè i Greci usavano di dare alle città il nome de’ fiumi presso i quali le edificavano, Camerina la nuova città ebbe nome. Era essa inespugnabile per le acque che la cingeano, ma quelle acque ne rendeano l’aria malsana; però i cittadini vollero una volta deviare il fiume e diseccare lo stagno. Chiestone il parere dell’oracolo, rispose: Non muover Camarina; è meglio intatta. I Camarinesi, dimentichi che lo stagno Camerina chiamavasi, e dallo stagno la città avea avuto il nome, malgrado il detto dell’oracolo, lo diseccarono; ma non guari andò che ebbero a pentirsene. Sorta guerra co’ Siracusani, costoro, rimosso l’ostacolo delle acque, di leggieri espugnarono la città. Indi è nato l’adagio Camerinam ne moveas, per distorre alcuno dal far cosa, che può tornare in suo danno. Di tale illustre città null’altro oggi resta, che una torre, fabbricata nel XV secolo da Bernardo Caprera, conte di Modica, coi ruderi di essa, che Torre di Cammarano si chiama.
Non meno di Siracusa rapidamente crebbe Gela, intantochè, cent’anni dopo la sua fondazione (an. 1, Olimp. 27, 627 a. C.), Aristonoo e Pistillo ne trassero una colonia, che venne a popolare Agrigento; città, che per quanto appare, già da gran tempo era stata edificata presso il fiume Agraga, che oggi dicesi Drago, da cui traeva il nome.
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