I Sicoli già da secoli vi stanziavano: quando poi vennero a stabilirvisi i Messeni, fu per essi la città detta Messena.
Una mano di Zanclei fondarono Mile, che oggi chiamiamo Milazzo. E non guari dopo, Euclide, Simo e Socone da Zancla, con alcuni di quegli Zanclei, che aveano popolata Mile, vennero a fondare un’altra colonia in Imera. Si unirono a costoro gran numero di Calcidesi e molti Siracusani cacciati dalla città loro, i quali Miletidi erano detti. Indi avvenne che il dialetto imerese sentiva il dorico e il calcidico: ma calcidiche furono le leggi , con cui gl’Imeresi si governarono. Fu edificata la città sulla sponda occidentale del fiume Imera, dal quale ebbe il nome, in una vasta pianura, sopra il poggio, alle cui radici è il moderno casamento di Buonfornello. Sito in ogni età tanto ameno, che gli antichi credeano d’esservi stata Minerva a diporto.
Colonia di Nasso fu Callipoli, città già da lunga ora caduta. Incerto n’è il sito. Il Cluverio e l’abate Amico la credono ov’ora è Mascali. E dai Leontini fu edificata Eubea, forse in quel sito, ove venne poi a sorgere Licodia.
A queste prime colonie assai altre tennero dietro, nate per lo più dalle prime, a misura che gli abitanti di esse si moltiplicavano; della maggior parte delle quali, per essersi perduti gli scritti degli storici siciliani di quell’età, e per le ree vicende, dalle quali la Sicilia nei tempi d’appresso fu travagliata, solo incerta fama a noi resta. Ciò non però di manco il moltiplicarsi degli uomini con rapidità tale, che in pochi anni ogni città potea mandar colonie a fondarne delle altre, ci avverte ad esser cauti nel rigettarsi indistintamente come favolose ed esagerate le narrazioni degli storici intorno alla popolazione cui giunsero le città siciliane, nei tempi che a questi immediatamente seguirono.
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