Trionfò de’ Sicoli in molti incontri. In una guerra co’ Siracusani disfece il loro esercito al fiume Eloro, detto oggi Tellaro; e ratto correndo a Siracusa, se ne sarebbe forse impadronito, se i Corinti ed i Corciresi, che ivi erano, non si fossero tramessi per la pace. I Siracusani cessero ai Geloi Camarina, da loro non guari prima espugnata e pressochè distrutta; e questi restituirono loro tutti i prigionieri fatti in quella guerra. In tutte queste imprese si segnalò Gelone, che allora comandava i cavalli geloi. Ippocrate fece risorgere Camarina, popolandola con una colonia de’ suoi. Finalmente dopo sett’anni di glorioso impero, trovò la morte sotto Ibla, che assediava nell’anno 4o della 71 Olimpiade (493 a. C.).
III. - Ma la stemperata ambizione di dominio trasse quel tiranno in un tradimento, che oscurò la sua gloria. Scite era in quei dì tiranno di Zancla. Aveano gli Zanclei invitati i Samî a venire a fondare una nuova colonia nella spiaggia settentrionale dell’isola, ove fu in appresso edificata una città, la quale per la vaghezza del sito fu detta Calatta (8). Molti da Samo e da Mileto aveano accettato l’invito, e cammin facendo, eransi fermati in Locri. Scite, in una spedizione contro i Sicoli, avea tratto da Zancla quanti erano atti all’armi. Colse quel momento Anassila, tiranno di Reggio, nemico di Scite e degli Zanclei, per opprimerli. Recatosi al campo de’ Samî, propose loro di accomunare le forze ed assalire Zancla, mentr’era indifesa. Fu accettato il partito, e la cosa avvenne per punto come il reggino aveala divisata.
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