Le città siciliane restarono a dilaniarsi fra loro.
V. - Era l’anno 4 della Olimpiade 88 (425 a. C.). La guerra era venuta in fastidio a tutti in Sicilia: Gela e Camerina conchiusero fra esse una lunga tregua. Sul loro esempio fu stabilito un congresso in Gela, per trattarsi un generale accordo. Tutte le città vi mandarono loro ambasciatori. Ermocrate da Siracusa disse agli altri: non ad altri mirare gli Ateniesi, che a far macerare scambievolmente i Siciliani, per poterli poi ridurre tutti in servitù; qual che fosse l’origine d’ogni città, esser da secoli divenute tutte siciliane; il bene della Sicilia dover tutte egualmente procurare; nè questo potersi ottenere, che collo stringersi in lega generale. Tutti assentirono. Si convenne, che ogni città restasse nel possedimento di ciò che avea. Solo Camerina, che avea occupato Morganzio, sulla quale Siracusa credea d’aver diritto, ne la compensò con una somma di danaro. La lega universale fu conchiusa; fu lasciato in libertà agli Ateniesi d’entrarvi.
Erano in questo giunti a Reggio gli altri due comandanti Eurimedonte e Sofocle, menando seco altre trentacinque galee. Saputo costoro della pace e della lega conchiusa dai Siciliani, buono o mal grado vi acconsentirono e fecero ritorno in Atene.
CAPITOLO IV.
I. Nuovi maneggi degli Ateniesi. - II. Alcibiade. - III. Seconda spedizione: prime operazioni degli Ateniesi. - IV. Stato di Siracusa: Assedio: Battaglia. - V. Arrivo di Gilippo. - VI. Presa del Plemmirio. - VII. Battaglia navale. - Arrivo di Demostene.
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