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      Valicato lo stretto, andò a cinger d’assedio Caulona. Le città collegate, per soccorrerla, riunirono le loro forze in Crotone, e ne diedero il comando al siracusano Elori; chè assai Siracusani, banditi dal tiranno, andavano in que’ tempi raminghi per le città della Magna Grecia. Elori, con venticinquemila fanti e presso a duemila cavalli, a grandi giornate s’avanzò verso Caulona. Giunto sul fiume Elori, fece fermare l’esercito, ed egli con cinquecento scelti soldati s’avanzò. Dionigi gli venne incontro, ed al far del giorno l’assalì. Elori, comechè colto all’impensata, cominciò a difendersi, e spedì messi al suo esercito per accorrere. Quei messi, qual ne fosse stata la cagione, tardarono; però, quando l’esercito alleato arrivò, Elori e’ suoi compagni, pertinacemente combattendo, erano tutti periti. Gl’Italiani rinfrescarono la battaglia, che fu gran pezza ostinata e sanguinosa; pur finalmente, scuorati dalla notizia divulgatasi della morte d’Elori, furono volti in fuga. Molti ne furono poi presi e morti da’ Siciliani, che l’inseguivano. Una numerosa schiera si ritrasse sur un’erto colle. Dionigi li accerchiò. Arido era il sito. Vi stettero tutto il giorno e la notte appresso. Finalmente la sete, la fame, la stanchezza, il disagio, li vinsero. Chiesero al vincitore la libertà di ritrarsi a qual prezzo gli fosse a grado; rispose che si rendessero a discrezione. Si negarono da prima; ma dopo otto ore fu loro forza arrendersi. Deposte le armi, scesero, Dio sa con qual cuore, l’un dopo l’altro al piano.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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