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      Diede allora opera Timoleonte a riformare le leggi di Siracusa, coll’ajuto di Dionigi e di Cefalo, valenti giureconsulti, fatti a bella posta venire da Corinto. Conobbero costoro, che il dare di colpo ad un popolo leggi del tutto nuove, è lo stesso che ridurlo senza leggi; e però lasciarono intatte quelle che i diritti privati dei cittadini risguardavano, che lunga consuetudine avea consacrato. Emendarono solo le altre che alla composizione del governo ed al dritto pubblico si riferivano. La Sicilia cambiò allora d’aspetto; l’agricoltura, il commercio, le arti, le scienze fiorirono; la ricchezza crebbe; nobilissimi edifizî per tutto si levavano.
      Compita così in tutte le sue partì l’impresa, si spogliò Timoleonte d’ogni autorità. Fattisi venire da Corinto la moglie e’ figliuoli, si ritrasse ad abitare presso Siracusa, in una bellissima villa, di cui il popolo gli avea fatto dono. Già grave d’anni, per malattia ereditaria accecò. Non però venne meno il suo nome; che anzi ebbe maggiore risalto dal rispetto e dall’amore di tutti i Siciliani e dalla sua modestia. Nè legge si bandiva, nè trattato si conchiudeva, nè opera pubblica s’imprendeva, nè affare di momento si trattava in alcuna città, di cui non si volesse prima il consiglio e l’approvazione di lui. Presente lo voleano i Siracusani nelle gravi deliberazioni. Veniva all’assemblea su d’una biga; traversava tra gli applausi il teatro; sentiva di che si trattava; dava il suo parere, dal quale mai non si dipartivano; e fra gli applausi ritornava.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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