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      Per vendicarsene, ritornato in Siracusa, accusò Sosistrato, che nobile era, e tutti gli ottimati, di aspirare ala tirannide. Sosistrato, non che si discolpò, ma ottenne il bando dell’accusatore e di tutti coloro che erano dalla sua. Esule, visse di ladroneccio e di pirateria. Tentò d’insignorirsi di Crotone, e gli venne fallito il colpo. Rifuggito a Taranto, vi fu da prima bene accolto ma poi, venuti i Tarantini in sospetto delle sue intenzioni, ne fu bandito.
      In questo, i Siracusani essendo in guerra coi Reggini, mandarono un esercito capitanato da Sosistrato ed Eraclide ad assediare Reggio. Agatocle; che in quelle parti era, raccolta una mano di altri esuli Siracusani venne in aiuto dell’assediata città. Colla giunta di tale soccorso i Reggini si difesero, in modo che i Siracusani ebbero a levare l’assedio. Tanto gridarono in Siracusa i plebei per quel disastro, di cui davano colpa ai generali ed a tutti i patrizî, che Sosistrato con secento degli ottimati fu bandito, ed Agatocle co’ suoi richiamato nell’anno 4o dell’Olimpiade 115 (317 a. C.). Sosistrato e tutti gli altri banditi, che in gran numero erano, non tollerarono in pace il bando. In armi s’accostarono in Siracusa, ed ebbero aiuto dai Cartaginesi. Una guerra civile s’accese, nella quale Agatocle diede molte prove di coraggio e di sagacità. Si mostrava al tempo stesso ardentissimo repubblicano, zelantissimo difensore della plebe, acerrimo nemico de’ nobili e dei ricchi, contro i quali di continuo inveiva colla solita accusa di opprimere il popolo e di agognare alla tirannide.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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