Stavano i Siracusani a consultare sulla scelta delle persone, cui affidare la somma delle cose, senza venire ad alcun partito. L’esercito, precipitando gl’indugi, scelse a comandante Gerone di Gerocle.
III. - Univa costui a nobilissima nazione (chè traeva l’origine del re Gelone) somma avvenenza, singolare destrezza in ogni virile esercizio, dottrina, eloquenza, virtù. E, comechè il senato di Siracusa s’avesse avuto a grave dell’usurpazione dei soldati, ed una gran fazione avesse voluto torgli il comando illegalmente conferitogli, pure l’opera de’ numerosi amici suoi, la pubblica voce, e la sua generosa condotta verso coloro stessi, che avversavano la sua scelta, gli attirarono i voti di tutti. Per unanime consenso fu salutato strategoto dell’esercito.
Menò allora in moglie la figliuola di un Leptine ricco e nobile cittadino, il quale avea di grandi dipendenze in Siracusa. Per tal modo, uniti a’ suoi tutti gli amici del suocero, si assicurò del favore della maggiore e miglior parte del popolo. Ned ebbe mestieri di altri provvedimenti per impedire le interne perturbazioni. Volse poi l’animo a disfarsi dei soldati mercenarî per lo più stranieri, usi per lunga consuetudine alla licenza. Lo stesso avergli dato il comando in onta all’autorità civile, lungi di farneli benemeriti, confermò il buon Gerone nel suo proponimento. Il congedarli sarebbe stato lo stesso che empir la città di una torma di disperati. In quella vece nella primavera dell’anno 1o dell’Olimpiade 127 (272 a. C.) mosse coll’esercito verso Centuripe, ove i Mamertini s’erano afforzati.
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