Avutone avviso Amilcare, che comandava Panormo, loro corse sopra, e quattromila ne uccise. Tentarono ben due volte i Romani nell’anno 2o dell’Olimpiade 130 (259 a. C.) l’assedio di Mitistrato (67): ma dopo sette mesi d’inutili sforzi ebbero a levarlo. L’anno appresso i consoli Aulo Attilio e Cajo Sulpizio, dopo tentato invano di trarre a battaglia lo esercito cartaginese che era in Panormo, espugnarono Ippana (68) e poi tornarono all’impresa di Mitistrato, e finalmente vennero a capo di averla. Con barbara ferocia la spianarono e ne venderono alla tromba i cittadini. Camarina, Enna, Camico (69), Silana (70) furono del pari espugnate.
IV. - Mentrechè tali cose accadevano in Sicilia, i Romani preparavano di grandi forze per portare la guerra in Affrica, e con pari studio si apparecchiavano i Cartaginesi a respingerli. Vennero finalmente fuori nell’anno 1o dell’Olimpiade 131 (256 a. C.) le due potentissime armate. La romana era forte di trecentotrenta quinqueremi, e due a sei ordini, sulle quali erano i due consoli M. Attilio Regolo e L. Manlio. Portava ogni quinquereme trecento rematori e centoventi fanti. I cavalli erano sopra altre navi tirate dalle quinqueremi. Annone ed Amilcare comandavano trecento quaranta galee cartaginesi. Il fiore della milizia di Roma e di Cartagine era sopra quelle navi. Ambe le armate soffermatesi in Sicilia, l’una inseguendo l’altra, si diressero a Cartagine. Non guari lontano dal lido di Eraclea fu combattuta la battaglia, di cui non v’ha forse la più famosa pel numero, per la disposizione, per l’indomito coraggio, per gli accidenti, pel sangue.
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