Nel luogo destinato ai marinai ve n’erano quindici, fornita ognuna di tre letti, e tre talami per gli ammogliati. La cucina era verso la poppa. Il pavimento di tutto ciò era di musaico, e rappresentava la guerra di Troja. Nel piano superiore erano luoghi di esercizî, passeggi e giardini, proporzionati alla grandezza della nave, i quali erano irrigati per mezzo di doccioni di creta o di piombo. V’erano teatri coperti d’edera e di vite, che crescevano in vasi pieni di terra. Anche pei piaceri di Venere era un lupanare con tre letti; il pavimento ne era d’agata ed altre pietre di Sicilia; le pareti e la soffitta erano di cedro atlantico; le porte d’avorio; ed ornato era oltre ogni credere di pitture, di statue e di vasi. Vicina a questa era una stanza con tre letti, le cui pareti e le porte erano di bosso; in essa era la biblioteca e nel sommo un’orologio, simile a quello solare ch’era in Acradina. Una sala da bagno v’era con tre caldaje di rame e tre letti; il bagno era di marmo vario di Tauromenio, della capacità di cinque metrete (78).
Oltre alle stanze pei passeggieri, erano dieci stalle, fienili e luoghi da riporre le bagaglie dei servi e de’ cavalieri. Nella prora era una cisterna fatta d’assi ben commesse, ristoppate ed impeciate, della capacità di duemila metrete (79). Prossimo a questa era un vivajo d’acqua marina, in cui si nutrivano di molti pesci. Sporgevano intorno la nave, sopra mensole, i riposti, per le legna, le cucine, le macine, i forni. L’ultimo palco poi era sostenuto da statue colossali, che rappresentavano Atlante, e ricorrevano intorno la nave, la quale oltracciò era per tutto ornata di bellissime pitture.
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