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      Venuto qui Scipione, per fare gli appresti della spedizione di Cartagine, scelse trecento giovani dei più nobili ai quali ordinò di presentarsi armati a cavallo. Vi vennero; ma di male gambe. Avvistosene Scipione, disse loro che ognuno di essi poteva esentarsi dal servizio, lasciando il cavallo e l’armatura, Tutti si appigliarono a tal partito (90).
      I cavalieri Romani che in Sicilia vennero a stabilirsi, restarono quasi soli a coltivare i campi siciliani, come coloro che meno de’ Siciliani esposti erano a vessazioni. E, perchè gli agricoltori siciliani d’ora in ora mancavano, veniva accrescendosi il numero degli schiavi, che in quell’età si destinavano alle rustiche faccende. E tanto si accrebbe il numero di costoro, e con tal crudeltà erano trattati, che finalmente, spinti dalla disperazione, recarono alla Sicilia lunghi ed aspri travagli.
      VII. - Questi sventurati, rinchiusi la notte in orride cave, scudisciati di giorno, erano marcati come bruti con un ferro rovente, e peggio che da bruti trattati nel vitto, nel vestito, nelle fatiche e nei gastighi, spesso ingiusti e sempre crudelissimi. Un Antigono da Enna avea tra gli altri schiavi un Euno, nato in Apamea di Siria, il quale dato all’arte magica, divinava il futuro. Alcuni suoi vaticinî, per caso avverati, gli avevano dato gran nome nel volgo. Forata una noce, la empiva di zolfo e di stoppa, ed accesala, in bocca la teneva nel parlare in pubblico, la plebe, vistolo eruttar fiamme dalla bocca, lo teneva veramente afflato dallo spirito d’Apollo, e dava piena fede allo sue ciancie.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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