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      S’insignorì di Lilibeo e del vicino paese, che tenne per alcun tempo. Venne a cinger d’assedio Panormo, ma non fece frutto. Teodorigo poi re de’ Goti, fondato il nuovo regno d’Italia, sul cadere dello stesso secolo, s’insignorì della Sicilia. Costui, tuttochè fosse stato analfabeta ed uso a trattar le armi, amò le lettere, le arti, la giustizia. Non degenere da lui si mostrò la figliuola Amalasunta, che tenne il regno nella minorità d’Atalarigo suo figlio. Per disgrazia della Sicilia poco oltre i quarant’anni bastò il regno de’ Goti; il pro Belisario generale dell’imperatore Giustiniano nel 535 ne li cacciò. Ma guari non andò che Totila nuovo re nel 549 preso terra a Messena, si diede a scorrazzare per tutta l’isola, e postola a sacco ed a ruba, carico di preda fece ritorno in Italia.
      IX. - Trattamento forse più reo ebbero a soffrire i Siciliani dal governo bizantino. Enormi furono le estorsioni dell’imbecille Maurizio, accresciute a più doppî dell’insaziabile avarizia dei suoi ministri, che vendevano le cariche e il diritto di smungere le provincie. Immensi furono i disordini cagionati in Sicilia dalla rapacità del pretore Giustino. Il fratricida Costante, che venne a cercare ricovero in Sicilia, lungi di far lieti i Siciliani della sua presenza, accrebbe le pubbliche gravezze a segno che molti, abbandonata la patria; andarono ad abitare in Damasco. Quello odiato imperatore fu morto nel bagno, da uno de’ suoi cortigiani nel 669, dopo sei anni che dimorava in Siracusa. Ma la sua morte non migliorò la condizione de’ Siciliani.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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