L’esercito da lui mandato in Sicilia, dopo un sinistro difficilmente poteva aver rinforzi. Fugato Plata, Euffemio con un racimolo di sediziosi mal poteva far fronte al valore de’ Saracini. E ’l popolo siciliano, che odiava del pari il governo greco e la religione musulmana, non era disposto a prender parte nel conflitto, se pure non trovava alcuna speranza di bene nel cambiar di signoria. E però i Saracini trovarono resistenza solo nelle città, in cui era presidio greco.
III. - Allontanatosi da Siracusa, l’esercito saracino venne a Mineo e l’ebbe. Una presa di soldati si diressero a Girgenti, che anche di queto aprì le porte. Ambe le città indi innanzi furono da’ Saracini abitate. In questo, Euffemio si accostò a Castrogiovanni. Que’ cittadini fecero le viste di volersi a lui unire ed a’ Saracini, contro i Greci. Più d’uno venne fuori come per pattuire. Mentre alcuni s’inchinavano, fingendo volergli baciare la mano come imperatore, uno d’essi lo agguantò pei capelli e lo uccise (102).
Mohammed s’era afforzato in Mineo. Il patrizio Teodoto coll’esercito bizantino venne prima a Castrogiovanni e poi si diresse anch’egli a Mineo, per combattere i Saracini; nè questi schivarono la battaglia. L’esercito bizantino ebbe la peggio; molti ne restaron sul campo; ottanta patrizî furono presi. Poco sopravvisse a tal vittoria Mohammed, morto sul principio dell’829. L’esercito diede il comando ad un Zagar ben Bargut, il quale continuò con varia fortuna la guerra, finchè fu obbligato nell’830 a chiudersi in Mineo, ove Teodoto, riavutosi della disfatta, venne a stringerlo in modo, che mancato ogni altro alimento, i soldati giunsero a mangiare i loro animali d’ogni specie.
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