L’esercito diede il comando a Mohammed figliuolo di lui, il quale soggiacque allo stesso destino del padre; i suoi eunuchi lo misero a morte nell’870. Venne allora a governare un Rabbach ben Jakub, mandato dallo emir. Costui dopo pochi mesi morì. Gli successe un Abu Al Abbas, che visse solo un mese; e pigliò il comando il fratello di lui. In questo, l’emir diede il governo ad un Hosein ben Rabbach; ma, rimossolo non guari dopo, gli sostituì nell’872, prima un Abd Allah ben Mohammed, e poi nell’anno stesso un Abu al Malec Ahmed, soprannominato Habesei (112).
Mentre le cose dei Saracini di Sicilia erano sconvolte dal rapido cambiamento de’ governanti, l’imperatore Basilio il Macedone aveva mandato fuori una grande armata sotto il comando di un Hasar, ch’era giunto in Sicilia nell’867; ma null’altro avea fatto che predare nei mari di Siracusa alcune navi cariche di ricche derrate, fra le quali era olio in tanta copia, che poi si vendeva un obolo la libra (113).
Habasei ringagliardì la guerra. Rivolse tutta la sua forza ad assediare Siracusa, ed al tempo stesso un’armata venuta dall’Affrica venne a stringere la città dal mare. Il patrizio, che ivi comandava, al primo giungere dei nemici chiese premurosamente soccorso all’imperatore Basilio. Tanto anneghittito era allora quell’impero, che pur si diceva romano, che, mentre le navi saracine correvano vittoriose il mediterraneo, i marinai dell’armata imperiale erano impiegati a fabbricare una chiesa. Eppure Basilio il Macedone s’era spesso mostrato degno del nome d’imperatore romano.
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