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      Ma, perchè ciò per avventura non appagava la feroce rabbia del padre, richiamato il figlio in Affrica, venne egli stesso in Sicilia. Prode com’era, sottomise del tutto le città sollevate ed estese il suo dominio nell’isola. Venuto in Palermo, vi morì di diarrea nello stesso anno 901. Il suo cadavere portato in Affrica, fu tumulato a Cirene (120). Morto l’emir, ebbe il governo di Sicilia un Mohammed ben al Sarkufi, e nel 902 fu a costui sostituito un Alì ben Mohammed ben al Fuarez. Ma tosto come fu emir d’Affrica Ziadath Allah, mandò in Sicilia un Ahmed ben Abi al Hosein.
      V. - In questo, una grande rivoluzione accadeva in Affrica. L’emir Ziadath Allah era divenuto odiosissimo ai sudditi. Aveva egli fatto carcerare e poi uccidere l’emir Abulabas suo padre; perchè la severa virtù di questo era di freno a’ brutali costumi suoi. E l’aver egli, come giunse al trono, punito di morte i suoi stessi mandatarî del parricidio, anzi che scemarla, avea accresciuta la pubblica indignazione. Un abu Abd Allah, che parteggiava per la religione e la famiglia de’ discendenti d’Alì e di Fatima sua consorte, figliuola di Maometto, levò lo stendardo della rivolta. L’imprudente Ziadath Allah aveva egli stesso affrettata la sua catastrofe, con mettere morte o bandire tutti gli uomini distinti per virtù e per valore, che avrebbero potuto difenderlo. I popoli da per tutto correvano ad ingrossare la truppa di Abd Allah. Un esercito, che l’emir gli mandò contro, fu disfatto. Egli stesso, mentre fuggiva verso Gerusalemme, si morì; ed in lui venne meno il governo degli Aglabidi.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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