Pare che il califfo Al Mahadi abbia avuto la massima, forse giusta, di punir sempre i capi delle popolari sommosse, anche quando queste erano a lui favorevoli. Aveva fatto carcerare in Rakkada Alì abu al Fuarez, ed ora fu carcerato in Palermo Abu Giafar, che aveva fallo cacciare Ben Korab. Ma Ahmed, fratello di lui, venne a Girgenti e levò a sommossa i Saracini di quelle parti. Varie battaglie seguirono; finalmente i Girgentini tornarono all’obbedienza. Composte così le cose dell’isola, il comandante Abu Said tornò in Affrica, ed in quell’anno stesso venne a governare in Sicilia un Salem ben Asad al Kennai (123).
Nel costui governo ebbero i Siciliani a soffrire straordinarie oppressioni. Due ministri del Califfo vennero in Sicilia nel 927, ed una con Salem imposero una grave taglia al popolo. Altri due ne vennero e fecero lo stesso nel 932. Ma pare che ciò avessero fatto contro la volontà del Califfo; perocchè questi forte si sdegnò contro i due, che vennero la seconda volta (124).
Ciò non però di manco i Siciliani tollerarono in pace i soprusi, finchè visse il califfo Al Mahadi. Ma lui morto nel 934, e succedutogli il figliuolo Abu al Kasem, che al Kajem chiamavano, più non si tennero. E forse ad inasprire gli animi loro concorsero alcuni naturali disastri. Nel 935 vennero giù piogge così copiose, che assai uomini annegarono, assai case ne furono atterrate (125). Nel 936 all’incontro spirò un sirocco tanto caloroso, che ne seccarono le uve e tutte le frutta; onde quell’anno non si vendemmiò. Ed è ben da credere che sterile sia stato l’anno antecedente; dacchè le straordinarie piogge nocevolissime sono al suolo siciliano.
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