VII. - I Girgentini furono i primi a levarsi in armi; e sul loro esempio in altri luoghi i popoli ribellarono. Un Ben Amran fu cacciato da Caltabellotta, ove comandava; la truppa del governo fu spogliata. Mosse colla sua gente Salem da Palermo e venne ad assediare Asaro; i Girgentini v’accorsero addì 24 di giugno del 937; volsero in fuga gli assalitori, l’inseguirono sino a Palermo e tentarono d’entrare in città. Venuta fuori la guarnigione, si venne a giornata in un sito, che si diceva Mesid Balis; i Girgentini furono rotti ed inseguiti sino ai mulini di Marnuh. Non per questo s’acquetarono le cose. L’anno appresso que’ di Palermo, capitanati da un Ben al Sabayah ed un Abu Tar presero le armai contro di Salem, e nel conflitto restò ucciso un Abu Nattar, soprannominato Al Aswad, o sia l’etiope. Coloro che caddero nelle mani di Salem, furono il domani impalati. Ma gli altri, raccolte forze da per tutto, tornarono in campo; furono sconfitti; vennero a chiudersi nel castello della città e vi restarono assediati (126).
Giunse in questo con grosso esercito un Kalil ben Ishak, per reprimere la sedizione. I Saracini siciliani scrissero al califfo: essere eglino sempre disposti a tenersi a lui obbedienti, non avere preso le armi contro di lui; ma non potere più oltre tollerare il duro governo di Salem. Il califfo li contentò; tolse a Salem ogni autorità e la diede allo stesso Kalil. Composte parvero allora le cose. Kalil entrò di queto in Palermo addì 23 d’ottobre del 938 (127). Ma entratovi, forse per togliere ai Palermitani la speranza d’un ricovero nel caso d’una nuova sommossa, cominciò a demolire le mura della città e torne le porte.
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