Ben sulle prime alcuni spiriti turbolenti, che sempre restano dopo le grandi perturbazioni, ordirono una congiura, di cui era capo un Koreish. L’emir scoprì la trama; ne prese i capi, e, tagliati loro prima i piedi e le mani, li fece impiccare. Indi in poi ogni cosa fu tranquillo, e potè l’emir sottomettere altro paese in Sicilia e portar talvolta sul vicino continente le armi sue vittoriose (131). Morto poi nel 952 il califfo Al Mansur, il figliuolo Al Moezz, che, a lui successe, richiamò in Affrica l’emir Al Hasan, e diede il diploma e le insegne d’emir di Sicilia ad Hamed di lui figlio.
Composto finalmente lo stato e riconosciuta dai Saracini siciliani la suprema potestà del califfo fatimida, si piegarono essi ad adottare anche i riti religiosi di quella setta. L’emir nel 958 si recò in Affrica, accompagnato da trenta dei più nobili, i quali da lui prima istruiti nel rito fatimidico prestarono giuramento al califfo, che largamente li donò. Poco di poi Al Moezz mandò in Sicilia un notajo, per registrare tutti i fanciulli musulmani e farli circoncidere nel giorno stesso, in cui era per circoncidersi suo figlio. Quindicimila fanciulli vennero registrati e circoncisi, e prima degli altri il figliuolo e’ fratelli dell’emir, il quale distribuì a’ nuovi circoncisi ricche vesti: oltrachè il califfo mandò centomila direm e cinquanta some di abiti, per darsi a tutti que’ ragazzi d’ogni condizione (132).
IX. - Pur, comechè la religione e ’l dominio dei Saracini solidamente già stabiliti allora fossero in Sicilia, restava ancora in mano de’ Greci la fortissima piazza di Taormina.
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