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      I Saracini siciliani, che erano iti a prestare omaggio ai califfo Al Moezz, lo avevano istigato a cacciar da Sicilia quel racimolo degli antichi signori; e quello, di gran cuore com’era, fatto il necessario appresto, mandò ordine all’emir d’imprendere l’assedio di quella città. Nel giugno del 962 Taormina fu cinta di un esercito di Siciliani ed Affricani, comandato dall’emir. Qui sopravvenne dall’Affrica il vecchio emir Al Hasan, mandato dal califfo con altre schiere, per accelerare lo assedio. Ma tale era Taormina, che, combattuta da quelle prepotenti forze, tenne sette mesi e mezzo; nè s’arrese prima del 25 di dicembre. Tanto orgoglioso ne fu il califfo, che volle che, non più Taormina, Almoezzia quindi innanzi la città fosse detta.
      Malgrado quel trionfo, non guari andò che le armi e ’l valore de’ Saracini furono posti all’estremo cimento. Sin da che gli Affricani si erano fermati in Sicilia si erano dati a fare spesse incursioni nel vicino continente, ove avevano espugnate molte città, devastato molto paese. L’imperatore Basilio il macedone, che per la codardia di Adriano non aveva potuto impedire la caduta di Siracusa, per ricattarsi, aveva mandato in Italia un esercito comandato da Niceforo Foca, il quale, disfatti in molti incontri i Saracini, li aveva finalmente cacciati del tutto dalle provincie italiane. Venuto al trono Costantino porfirogenito, i Saracini, avvantaggiati dall’incapacità di lui, erano tornati più formidabili in Calabria ed in Puglia, e l’imbelle imperatore aveva comprata la pace col pattuire un tributo.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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