I Saracini siciliani, molti dei quali in Taormina avevano fermata loro stanza, l’ebbero a grave. L’emir forvoglia eseguì l’ordine; intantochè, non soffrendogli il cuore di dar mano egli stesso alla rea opera, ne diede l’incarico al fratello Abu al Kasem ed allo zio Giafar (137). E forse all’essere costoro andati a rilento nel demolire Taormina, si deve la conservazione dello antico teatro di quella città. Nell’anno stesso il califfo chiamò in Affrica l’emir Ahmed, per dargli il comando d’una armata che voleva mandare in Egitto. Il fratello Abu al Kasem restò a far le veci di lui. Come giunse in Tripoli, Ahmed si morì ed Al Kasem ebbe dal califfo il diploma di emir.
Morto nel 975 il califfo Al Moezz, Al Aziz Dillah suo figlio e successore ordinò al nuovo emir di ristorare Rometta. Governò Al Kasem sino al 982, quando morì combattendo in Calabria; per che fu chiamato martire da’ suoi. Giaber suo figliuolo prese il governo (138). Il califfo Al Aziz non volle riconoscerlo, ed in quella vece diede il dominio di Sicilia ad un Giafar dello stesso casato. Morto costui nel 983, gli successe Abd Allah suo fratello; ed alla costui morte nel 988 fu emir il figliuolo Abu al Fatah Jusuf (139).
Con somma lode governò Jusuf: ma nel 998 colpito di paralisi, ebbe a cedere il governo a Giafar suo figliuolo, cui il califfo Al Hakem (Al Aziz suo padre era morto nel 996) non solo diede la facoltà di governare invece del padre, ma gli conferì gli onorevoli titoli di Thag Addulat (corona dell’impero), e Sif al Millath (spada della religione). Tranquillamente processero le cose sino al principio del 1014, quando nacque una fiera briga tra Giafar ed Alì suo fratello, il quale levò contro l’altro un esercito di servi e d’Affricani.
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