Il clima più temperato, la religione più caritatevole, i costumi più socievoli de’ Francesi, con cui i Normanni cominciarono a stringer legami d’ogni maniera, e da cui presero la religione, la lingua e le civili consuetudini, senza snervare il coraggio natìo o fiaccare l’estrema forza de’ corpi loro, molcirono la primitiva loro ferocia.
II. - Entrava l’undecimo secolo, quando quaranta cavalieri di quella nazione, reduci, come taluno dice, da un pellegrinaggio in Gerusalemme, vennero in Puglia a visitare il santuario sul monte Gargano. Era ivi un Melo, gentiluomo nato in Bari da lombarda famiglia, il quale aveva levata una sommossa contro il governo bizantino; tradito dai suoi, era fuggito ed andava per la Puglia, accattando genti e soccorsi per una nuova sollevazione. Il franco portamento di quei venturieri oltramontani fece a lui sperare d’averli a compagni; nè la sua speranza andò fallita. Coloro, che andavano in cerca di santuarî e dì preda, accettarono il partito proposto loro dal Melo; promisero di ritornare l’anno appresso con più numerosa compagnia; e tennero la promessa. Venuti in maggior numero, per non dar sospetto, a piedi, inermi, in abito di pellegrini, furono da Melo provvisti d’armi e di cavalli; ed uniti alla gente levata nel paese, invasero la provincia soggetta al greco impero. L’imbelle catapano, che comandava in quelle parti, fu in più incontri sconfitto; in poco d’ora Melo venne signore di quasi tutta la Puglia. Non guari andò che un Bojano, nuovo catapano, raccolta altra gente, venne incontro all’usurpatore.
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