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      Nello stesso campo di Canne, famoso per la strage de’ Romani, toccò ai Normanni non meno funesta rotta. Di dugentocinquanta, che erano, solo dieci camparono la morte. Melo, perduta la battaglia, fuggì in Germania per chiedere soccorsi all’imperatore Arrigo II; ma la morte pose fine alle sue imprese nel 1020.
      Nello stesso anno od in quel torno, un Goffredo Diengot, che alcuni chiamavano Osmondo, gentiluomo normanno, profugo per avere ucciso in duello un cavaliere caro al duca Riccardo II, venne con quattro de’ suoi fratelli ed altri compagni a cercar ventura nella bassa Italia. Papa Benedetto V istigava quel drappello a rivolgersi contro i Greci, i quali dopo la vittoria di Canne si erano inoltrati nel principato di Capua e minacciosi si accostavano allo stato romano; perocchè gl’imperatori bizantini, che si tenevano i soli imperatori romani, chiamavano usurpazioni l’impero d’occidente, tutti gli stati indipendenti che si erano eretti nelle provincie divelte dal romano impero e soprattutto lo stato e l’autorità temporale de’ papi, malgrado le donazioni che questi vantavano. Ma il Diengot ed i suoi compagni, che miravano solo ad arricchirsi a spese degl’Italiani, si misero al servizio d’alcuno de’ piccoli principi che regnavano in quelle parti; passando or da questo or da quel lato, per tener sempre vive quelle dissidie, dalle quali traevan civanza (147). Così nel 1026 combatterono per Pandolfo I principe di Capua contro Sergio III duca di Napoli, che fu cacciato dal soglio; nel 1029 passarono al servizio di questo contro di quello, e loro venne fatto cacciare i Capuani da Napoli; per lo che il duca Sergio concesse loro di fabbricare sulle rovine dell’antica Atella una nuova città, che per essi fu detta Aversa-normanna e Rainulfo loro capo (forse Osmondo era morto) ne fu il primo conte.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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