Erano allora in guerra Pandolfo V principe di Capua e Guaimaro IV principe di Salerno; i figliuoli del conte d’Altavilla si diedero a servire il primo, il quale col loro ajuto era giunto a sottomettere quasi tutto lo stato del salernitano, quando i Normanni, seguendo la scaltra politica de’ primi, passarono al servizio di Guaimaro, che con quella giunta di forze riprese il perduto, ed obbligò il capuano a chieder pace (150). Pur, comechè il principe di Salerno, grato del servizio a lui reso da que’ cavalieri, li avesse beneficati, forse perchè eglino tenevano la ricompensa inferiore al servizio; ed abusando della loro prevalenza, altre concessioni chiedevano; in breve divennero infesti a quel principe, il quale cominciò a pensare al modo di disfarsene. Nè guari andò, che a lui venne ad offrirsene un bel destro.
IV. - Michele Paflagone, che sedeva allora sul trono di Costantinopoli, incuorato dalle scissure de’ Saracini siciliani e forse invitato da alcuno di essi, concepì speranza di riacquistare la Sicilia. E però diede ordine a Giorgio Maniace, che per lui comandava in Puglia ed in Calabria, di riunire quel maggiore armamento che poteva, per invadere l’isola. Maniace assoldò Greci e Lombardi in gran numero; e, perchè conosceva per fama il valore dei cavalieri Normanni, ch’erano al servizio del principe di Salerno, a lui, che alleato era dell’imperatore, chiese il soccorso di quella schiera. Il principe con lieto animo il consentì; con maggior piacere vi assentirono i Normanni, perchè conoscevano di essere già invisi al principe, e perchè più larga via lor si apriva alla fortuna, la quale loro veniva confermata dalle generose promesse di guiderdone, che loro faceva il Greco.
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