X. - Ritornato vittorioso in Melfi il conte Unfredo, creò conti i due suoi fratelli Malagerio e Guglielmo; quello di Capitanata, questo del principato. Morto Malagerio, lasciò la sua contea al fratello Guglielmo, alla cui morte successe l’altro fratello Goffredo. Roberto, primo dei figliuoli avuti dal conte d’Altavilla nel secondo maritaggio, soprannominato Guiscardo, o sia furbo, aveva avuto dal fratello un castello in Val di Crati, per essere più vicino a Cosenza ed alla bassa Calabria non ancora sottomessa. In quell’età, in cui la forza era il solo dritto, e ’l coraggio teneva luogo d’ogni virtù, le idee degli uomini erano così pervertite, che le più ree azioni di costui sono riferite con lode dagli storici. Alla testa di una masnada di predoni calabresi, che avea sotto di se, vestito anche egli da montanaro, andava talvolta attorno per valli e per monti in busca di bestiame, onde traeva il vitto per la sua famiglia e lo stipendio de’ suoi cavalieri. Innoltratosi in Calabria era venuto a fabbricare il castello di Sammarco poco di lungi da Bisignano. Era in questa terra un Pietro di Murra, il quale, per le grandi dovizie, pel senno, pel valore e per l’alta sua statura e la gran forza, molto fra’ suoi terrieri prevalea. Spesso il Murra e ’l Guiscardo col respettivo seguito d’armati venivano a parlamento nel miluogo tra Sammarco e Bisignano. Un giorno Roberto mandò dicendo a quello di volergli parlare in gran confidenza; però proponeva di lasciare indietro i compagni ed unirsi soli al solito luogo; e così si fecero.
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