Dopo lungo ragionare, come il Murra si alzò per accomiatarsi, il Guiscardo, nulla curando la gigantesca taglia di lui, lo agguantò, e levatolo di tutto peso, se lo recò indosso e si diede a correre verso i suoi, nè quello per lo dibattersi potè liberarsi. Accorsero i Bisignanesi in sua difesa. I soldati di Roberto li respinsero, e ’l Murra fu tratto nel castello di Sammarco e chiuso in quella prigione. Sperava il Guiscardo ottenere, in prezzo della libertà di lui, la terra di Bisignano; ma gli venne fallito il colpo; che i Bisignanesi ostinatamente si negarono; ma n’ebbe in quella vece una grossa taglia, che Murra ebbe a pagare pel suo ricatto. Con tal danaro assoldò nuove genti in Calabria, e venne dilatando il suo dominio in quella provincia. Morto in questo il fratello Unfredo, fu dai maggiorenti fra’ Normanni promosso Roberto a conte di Puglia. Con tale giunta di forze dato sesto al governo di Puglia, il nuovo conte ritornò in Calabria. S’accostò a Reggio con animo d’espugnarla; ma i Reggini non si lasciarono intimorire; però dimorato tre giorni in quelle parti, fece ritorno in Puglia.
XI. - Fu allora che venne ad unirsi agli altri Normanni in Puglia Rugiero, ultimo dei figliuoli del conte d’Altavilla. Era costui sul primo fior degli anni, bello del volto e della persona, facondo, sagace, prudente, piacevole, gagliardo e nell’armi valentissimo. Il Guiscardo, per fare esperimento del valore di lui, lo mandò con soli sessanta militi in Calabria, ove aveva a combattere i nemici a migliaja.
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