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      L’altera donna, che non avea sgozzata l’ingiuria, narrò il fatto al fratello e dichiarò di non volere mai più ritornare al marito e ’l fratello le promise di non rimandarla; e quando il cognato mandò per la moglie, apertamente si negò a renderla. Eserciti l’uno e l’altro accamparono; quello per riavere di viva forza la moglie, questo per respingerlo. Ben al Themanh s’accostò a Castrogiovanni, ov’era il cognato. Questi venne fuori ad incontrarlo. Ostinata fu la battaglia. L’esercito di Ben al Themanh fu rotto e disperso. Accecato dalla rabbia e dal desiderio della vendetta, venne a trovare il conte Rugiero in Reggio; lo stimolò ad imprendere la conquista dell’isola; gli si offrì compagno nell’impresa (163).
      Con lieto animo accettò il conte l’offerta del saracino. Messosi in mare nell’ultima settimana di carnovale del 1060, con centosettanta militi e Ben al Themanh, prese terra presso Messina e tirò verso Milazzo. Era notte; un fratello di Ebn al Huash si mise in guato sulla strada, con animo di mettere a morte Rugiero. Il conte precedeva i suoi, senz’altra armatura che lo scudo e la spada; fra l’ombre vide un’uomo a cavallo, che a lui, come di furto, s’accostava; senza perder tempo a chiedere le altre armi allo scudiero, che lo seguiva, corse sopra quel ribaldo, e con un solo ruvescione lo tagliò netto nel cinto, sì che la parte superiore andò giù, l’altra restò ad inforcar gli arcioni. Donato ad uno dei suoi il cavallo e le armi del morto, venne depredando il paese sino a Milazzo e Rometta; e quindi tornò al faro, per rimbarcarsi colla preda.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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