Dimorato tutta la state in Calabria, con dugento militi venne a dar guasto al contado di Girgenti, e poi s’avviò a Troina. Fece precedere la preda fatta; egli fra due schiere, che lo guardavano davanti e da tergo, la seguiva. I Saracini di quelle parti, vogliosi di ricattarsi della battaglia di Cerami, in numero di settecento si posero in quato; assalirono e volsero in fuga l’antiguardo. Il conte e la schiera d’appresso, avvertiti dal tafferuglio, accorsero; assalirono i Saracini, li dispersero, ritolsero la preda e trionfanti vennero a Troina.
VIII. - Entrato già l’anno 1064, il duca Roberto venne in Sicilia in ajuto del fratello, che gli venne incontro sino a Cosenza in Calabria. Ed ambi valicato il faro, con cinquecento militi vennero ad assalire Palermo (170). Dopo tre mesi, tornati vani gli sforzi loro, decamparono e corsero ad assediare Bugamo, città della quale, come di tante altre nominate dal Malaterra, non possiamo oggi indovinare il vero nome e il sito; la presero, la spianarono, il duca ne menò seco gli abitanti in Calabria, che fece stanziare nella città di Scribla, da lui prima distrutta e poi riedificata.
Restò il conte Rugiero, in Sicilia, e veniva estendendo il suo dominio. Molte città a lui si davano di queto; molestava con ispesse incursioni sul loro tenere quelle che resistevano. E, perchè i suoi corridori avessero un luogo di riparo edificò e munì un castello presso Petralia, e quindi o riduceva sotto il suo dominio o teneva in suggezione una gran parte dell’isola.
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