Pagina (420/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Uno di que’ giorni il Saracino, indettato co’ suoi, mandò alcuni presenti a Serlone, e secretamente lo avvertiva, che, in un giorno ch’ei designava, sette da Castrogiovanni dovevan fare una correria, su quel di Cerami. Il normanno, che stoppava quella poca gente senza far caso dell’avviso, venne fuori quel giorno stesso a cacciare con pochi compagni. Que’ sette, vennero a depredare la campagna di Cerami; Serlone co’ suoi loro corsero sopra; quelli si diedero a fuggire, e questi ad inseguirli, finchè furono finiti in un agguato, ove stavano nascosti settecento cavalieri e duemila fanti, che accerchiarono que’ pochi Normanni. Serlone, appoggiando le spalle ad una rupe che ivi era, e che d’allora in poi è stata detta pietra di Serlone, si difese lunga pezza, e finalmente cadde trafitto da mille colpi. Perirono con lui i pochi suoi compagni, tranne due, che semivivi restarono sepolti sotto i cadaveri.
      La rabbia della vendetta e la sicurezza che quindi innanzi ogni cosa, che fosse per acquistare, sarebbe suo, addoppiarono l’attività del conte. Tenne sotto di sè la maggior parte della gente che aveva seguito il duca, il quale tosto dopo la presa di Palermo fece ritorno in Puglia. Due castelli fabbricò nel 1073, l’uno in Mazzara, e l’altro in Paternò, e vi lasciò presidio. Un’altro ne edificò l’anno appresso sul monte di Calascibetta, per molestare di continuo i Saracini di Castrogiovanni. Chiamato da suoi affari in Calabria, lasciò a governare in sua vece Ugone di Gircea, valoroso cavaliere francese, al quale aveva dato in moglie una figliuola.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Saracino Serlone Castrogiovanni Cerami Cerami Serlone Normanni Serlone Palermo Puglia Mazzara Paternò Calascibetta Saracini Castrogiovanni Calabria Ugone Gircea